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Centro Di Odontoiatria Estetica Dott. Robson Ribeiro

Prevenzione

Andare dal dentista è importante, ma non basta! Ci sono una serie di comportamenti e di abitudini che consentono di prevenire nuovi problemi di carattere odontoiatrico e di rendere stabili, se non permanenti, terapie appena svolte. In un’epoca in cui il concetto di “salute” si è allontanato da quello di gestione della malattia, per assumere un nuovo valore che s’identifica sempre di più con quello di benessere fisico, anche il dentista ha il dovere di informare i propri pazienti sul significato della parola “prevenzione”.

Il primo passo da compiere è quello dell’osservazione: bisogna cominciare a guardare i propri denti e la propria bocca come si fa abitualmente con le altre parti del corpo; infatti, non è difficile notare delle differenze sulla superficie dei denti o cogliere la presenza di difetti che in precedenza non si consideravano importanti, e , quindi, chiederne al proprio dentista la ragione e l’eventuale soluzione, scoprendola spesso più semplice del previsto. Un altro elemento di prevenzione fondamentale consiste nell’attuare al meglio tutte quelle manovre di igiene sulle quali si è stati istruiti presso lo studio odontoiatrico e che troppo spesso vengono attuate saltuariamente o parzialmente, rendendo così più pesante e, talvolta, urgente, l’intervento del dentista.

L’importanza dell’igiene domiciliare nasce anche dalla constatazione che la nostra alimentazione è molto diversa da quella di qualche tempo fa, con una presenza crescente di zuccheri nella dieta quotidiana (dolci, cioccolata, chewing-gum, caramelle), e sappiamo tutti che anche i batteri responsabili della carie amano i dolci, almeno quanto noi. L’ultimo atto da compiere per prevenire patologie dentarie, è quello di recarsi periodicamente ad una visita di controllo nella quale il dentista può definire la tendenza alla carie dei propri pazienti e intercettare l’insorgenza di nuove problematiche. L’altra faccia della medaglia è il mantenimento: che senso ha pregiudicare il valore di una terapia, costata sacrificio sia in termini di tempo che di denaro, solo per la pigrizia di non tenere sotto controllo la propria salute?

Oggi abbiamo tutti la possibilità di mantenere in salute la nostra bocca e di fare in modo che tale situazione non sia limitata nel tempo, né legata alla presenza assidua del dentista nella nostra vita.

Come? Anche in questo caso l’unico lavoro da fare consiste nel seguire le indicazioni che ci vengono date, soprattutto quelle specifiche per il nostro caso, sia in fatto di igiene domiciliare che di visite di controllo:ci sono alcune cure , infatti, che richiedono una conferma periodica della loro efficacia e perciò un esame obiettivo e delle radiografie che attestino l’avvenuta guarigione o la necessità di un secondo intervento.

L’importanza che diamo ai termini “prevenzione e mantenimento”, quindi, nasce dal desiderio di rendere i nostri pazienti protagonisti della loro salute dentale non più gestita dal dentista come un bene da consegnare alla fine del trattamento, con una scadenza, ma come uno stato fisico da perseguire e mantenere nel tempo.

La Prevenzione delle Malocclusioni
Abitudini viziate – succhiamento del dito – succhiotto
L’attività di suzione è per il neonato non solo funzionale alla nutrizione ma, più in generale, al suo totale benessere psico-organismico, essa gli conferisce tranquillità e sicurezza. A quest’epoca di vita può essere considerata fisiologica, dato che il succhiamento del pollice avviene anche durante la gravidanza, presentandosi, nell’embrione, già a quattordici settimane di vita intrauterina. Per capire il perché esiste la necessità d’interrompere l’attività di suzione nel corso del passaggio dal periodo neonatale a quello infantile, vanno conosciuti i cambiamenti che intervengono in quest’epoca di sviluppo sul meccanismo nutritivo.

Se però nel corso dello sviluppo non viene ridotta al minimo, fino alla sua interruzione definitiva, può agire come agente deformante delle arcate dentarie e dei mascellari in crescita.

Nutrizione neonatale: poppamento
La fase orale della nutrizione neonatale si compie in maniera totalmente inconscia, con i caratteri del riflesso neuromotorio incondizionato.

Il neonato poco dopo la nascita inizia un comportamento esplorativo nel cui corso, rispondendo a precisi stimoli, si orienta con il viso verso il seno materno, afferra con la bocca il capezzolo e inizia a nutrirsi “poppando”, una modalità di estrazione e deglutizione del latte materno simile a quella che indichiamo come suzione: dopo aver sigillato il capezzolo tra lingua e palato aspira il latte con azione di pompaggio ritmico, eseguita abbassando e rialzando la mandibola. Presiede a ciò un meccanismo nervoso geneticamente programmato che contiene tutte le informazioni necessarie al comportamento nutritivo del bambino appena nato, funzionale alla sopravvivenza.

Nutrizione tipo adulto: masticazione e deglutizione
A differenza della fase orale della nutrizione neonatale la cui componente neuromotoria riflessa è già matura alla nascita, quella di tipo adulto, invece, matura nel corso dello svezzamento attraverso un lungo e complesso processo a cui partecipano i recettori propriocettivi della lingua stimolati dai denti da latte in eruzione: nel momento in cui erompono i denti incisivi da latte gli stimoli tattili che la lingua riceve dal loro contatto la portano a ritirarsi dalla precedente posizione tra le arcate mascellari edentule, funzionale al poppamento, e a portarsi all’interno delle arcate dentarie decidue.

Anche il progressivo aumento di consistenza dei cibi durante lo svezzamento contribuisce alla maturazione dei meccanismi neuromotori della nutrizione adulta (essendo quella infantile più adatta all’ingestione di liquidi), la quale si compone, a maturazione ultimata, di due processi distinti e sequenziali, che sono “masticazione e deglutizione”. In molti bambini questo passaggio è quasi completato tra i 12 e i 15 mesi.

Nutrizione di tipo adulto come processo di apprendimento
Va sottolineato che la nutrizione adulta, a differenza di quella infantile che è già adattata alla nascita, necessita di un lungo periodo di apprendimento affinché diventi adatta, il cui corso può essere ostacolato da svariati fattori avversi ambientali.

Tale cambiamento può compiersi in quanto il meccanismo neuromotorio che presiede al comportamento nutritivo del neonato è geneticamente programmato ad aprirsi alle modifiche adattative causate dai naturali cambiamenti dell’ambiente orale che avvengono nel periodo postnatale – eruzione dei denti e cambio di consistenza dei cibi. Qualora sopraggiungano condizioni ostacolanti che impediscono le modifiche funzionali adattative del meccanismo nutritivo si realizza la disfunzione, che a sua volta agirà sulla predisposizione alla malocclusione.

Uno studio americano su 2.000 bambini in età prescolare ha riscontrato che il 54% dei soggetti senza malocclusioni aveva comunque un’abitudine viziata. Si deve da ciò dedurre che la malfunzione periorale non determina costantemente un danno ma agisce come fenomeno deformante solo quando c’è una predisposizione verso un modello anormale di crescita sagittale, verticale o trasversa.

Conclusioni
Nel tempo in cui avviene il passaggio dalla nutrizione di tipo infantile, con la lingua tra le arcate mascellari edentule, a quella di tipo adulto, con la lingua all’interno delle arcate dentarie decidue, cioè nel corso dello svezzamento, devono cessare i comportamenti che tendono a mantenere e a rafforzare nel bambino gli atteggiamenti succhianti tipici del periodo neonatale: il succhiamento del dito, l’uso del succhiotto e l’alimentazione prevalente al biberon. bambina che succhia il ditoIl loro mantenimento ad oltranza ostacola il processo di maturazione del meccanismo masticatorio e deglutitorio.

In tal caso la lingua continua ad esercitarsi a funzionare tra le arcate dentarie decidue anziché al loro interno, e nel contempo alcuni muscoli facciali, in particolare il muscolo orbicolare delle labbra, il mentale e il buccinatore, diventano iperattivi nel tentativo di raggiungere e sigillare i bordi e la punta della lingua, così come necessario al neonato per eseguire il poppamento. Le alterate pressioni muscolari che in tal modo vengono ad esercitarsi sulle arcate dentarie decidue in formazione e sui mascellari in crescita possono provocare vari e a volte severi quadri malocclusivi.