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Centro Di Odontoiatria Estetica Dott. Robson Ribeiro

Piorrea

Piorrea è un termine medico che deriva dal greco e significa “scolo di pus”.

All’origine delle gravi forme di piorrea c’è quasi sempre una gengivite trascurata, causata dalla placca batterica mal rimossa. Magari ci vorranno degli anni, si dovranno accumulare gli effetti nel tempo, ma prima o poi, continuando a trascurare l’igiene orale e non sottoponendosi alle necessarie cure specialistiche, i batteri della placca avranno il sopravvento.

La predisposizione genetica a sviluppare questa grave malattia, che nei suoi stadi avanzati è causa della caduta dei denti per distruzione dell’osso che li sostiene, sicuramente gioca un ruolo importante, ma da sola non provoca la malattia senza il ruolo determinante della placca batterica.
Da questa evidenza scientifica deve partire la battaglia per la sua prevenzione, che va rivolta contro la placca batterica che naturalmente tende a depositarsi lungo il colletto dei denti: zona di passaggio tra corona e radice, protetta e “sigillata” dalla gengiva.

Piorrea: le tossine batteriche attaccano l’epitelio giunzionale

I batteri della placca producono tossine che vengono ad intaccare il sigillo (in termini scientifici si chiama epitelio giunzionale), e una volta penetrati in profondità, adagiati sul fondo di tasche gengivali e al sicuro dall’azione dello spazzolino e del filo interdentale, esercitano tutto il loro potenziale dannoso sui tessuti circostanti.

Piorrea: le gengive si distaccano e si formano le tasche

Quando le gengive si distaccano dalla radice del dente e la placca batterica si annida in profondità, non è più eliminabile neppure con diligenti manovre quotidiane di spazzolamento. A questo punto il danno è conclamato e spesso evidente anche al paziente e non più reversibile senza l’intervento del dentista. Oramai c”è un’impossibilità tecnica a detergere il fondo delle tasche dove la placca si trasforma in tartaro, irruvidendo le superfici radicolari, e dove germi particolarmenti aggressivi nei confronti dei tessuti circostanti, gli anaerobi, cosiddetti perché sopravvivono in un ambiente in cui manca l’ossigeno, vivono e si riproducono in grande quantità.

Piorrea: cure

Il paziente entrato in questo stadio non deve comunque perdere le speranze di vincere la sua battaglia contro la progressione verso l’esito fatale della malattia: la caduta dei denti. I progressi fatti nel campo della diagnosi e della cura della piorrea, il cui nome scientifico è porodontite cronica, permettono il successo anche nei casi più compromessi. Ci si deve solo rivolgere al parodontologo, un dentista il cui ambito d’esperienza è proprio la cura della piorrea o meglio di tutte le malattie del parodonto: termine che indica i tessuti che circondano i denti e che gli danno sostegno. Può darsi che egli in via preliminare reputi necessario eseguire specifici test su un campione di placca batterica prelevato dal fondo delle tasche parodontali, per rilevare il tipo di batteri in causa, e poi di sottoporre il paziente a diverse sedute di terapia causale e, se il caso, a qualche piccolo intervento chirurgico sulle gengive associato a terapia antibiotica mirata, per eliminare le tasche parodontali residue. Ma alla fine, con l’aiuto determinante del paziente stesso, reso istruito sulle corrette manovre d’igiene orale domiciliare, riuscirà a ridurre la profondità delle tasche parodontali, fino a ricostituire un normale solco gengivale e ad arrestare così la progressione della malattia.

La piorrea insomma è curabile, anche nelle forme più avanzate, quasi nel 100% dei casi, purché s’intervenga prima che diventi “espulsiva” e che si porti via per sempre il nostro sorriso.