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Centro Di Odontoiatria Estetica Dott. Robson Ribeiro

Denti Giudizio

I denti del giudizio sono i terzi – nonché ultimi – molari che spuntano nelle arcate dentarie. Chiamati anche ottavi, i denti del giudizio devono il loro singolare nome all’età in cui erompono attraverso le gengive: rispetto agli altri denti, quelli del giudizio tardano ad affiorare per comparire normalmente tra i 18 ed i 25 anni, un’età che – almeno teoricamente – potrebbe essere definita “epoca del giudizio”.

Quando compaiono?

La comparsa dei quattro denti del giudizio stabilisce il completamento della dentizione permanente: in condizioni normali, ogni dente del giudizio occupa l’ultima – nonché la più interna – posizione di ogni semiarcata dentale. Tuttavia, non sempre i terzi molari fanno il loro esordio: non è infatti raro che uno o più denti del giudizio, rimanendo inglobati nell’osso e nella gengiva, manchino di spuntare. In simili circostanze, la dentizione permanente incompleta riflette una condizione nota come ipodonzia (i denti del giudizio sono meno di quattro).

Altre volte, pur riuscendo parzialmente ad erompere dalla gengiva, i denti del giudizio non completano il proprio sviluppo: in simili circostanze, i terzi molari, non trovando lo spazio sufficiente per concludere la crescita, rimangono ancorati nell’osso mascellare o mandibolare. Lo sviluppo incompleto dei denti del giudizio può, a sua volta, predisporre alla formazione di focolai d’infiammazione cronica, tanto da rendere necessaria l’estrazione del dente disturbatore.

Perché crescono?

È oramai assodato che i denti del giudizio sono pressoché inutili ai fini della masticazione e dell’estetica del sorriso. La domanda che sorge spontanea è dunque la seguente: perché crescono? Per rispondere a questo interrogativo si deve fare un passo indietro, e retrocedere di qualche milione di anni: i denti del giudizio sono un patrimonio ereditario che ci perviene dagli antichi ominidi. Per far fronte ad una dieta (letteralmente) primitiva – composta da carni crude ed alimenti duri e tenaci – i nostri antenati necessitavano di denti molto robusti, e di mascelle altrettanto forti e resistenti. L’evoluzione e la lotta per la sopravvivenza hanno così “regalato” i denti del giudizio agli uomini del passato, facilitando loro la masticazione di questi alimenti.

Nell’epoca moderna, invece, l’alimentazione è più soft, composta dunque da cibi più morbidi che non richiedono una masticazione così vigorosa ed energica. Per questa ragione, le mandibole dell’uomo contemporaneo sono andate incontro ad una vera e propria evoluzione (per meglio dire, involuzione) sicuramente poco felice: essendo meno sviluppate rispetto al passato, le mascelle di dimensioni ridotte impediscono od ostacolano il corretto sviluppo dei denti del giudizio.

Quando estrarli?

Non sempre è necessario procedere con l’estrazione di uno o più denti del giudizio. Difatti, quando sono perfettamente allineati e non creano disturbi di alcun tipo, i denti del giudizio possono anche rimanere nella loro sede naturale per tutta la vita. Nonostante quanto affermato, alcuni dentisti sono del parere che i denti del giudizio vadano sempre e comunque rimossi chirurgicamente, in quanto inutili ai fini della masticazione e (soprattutto) possibile fonte di disturbi gengivali e patologie parodontali (es. piorrea). Ad ogni modo, ciò che è certo, è che l’estrazione dei denti del giudizio si rivela indispensabile nelle seguenti circostanze:

– I denti del giudizio sono colpiti da CARIE o PULPITI: in questo caso, si sconsiglia vivamente di sottoporsi ad un intervento di otturazione o di devitalizzazione per correggere l’infezione. Una scelta simile non avrebbe molto senso proprio perché si andrebbe a salvare un dente “inutile” ai fini della masticazione, sottoponendosi perciò ad un intervento superfluo.

– I denti del giudizio sono gravemente danneggiati da ASCESSI DENTALI, cisti, granulomi dentali od altre gravi complicanze.

– Il dente del giudizio cresce in modo scorretto e NON È ALLINEATO con gli altri denti: la posizione anomala assunta dal terzo molare non solo impedisce od ostacola la corretta pulizia dentale con dentifricio, spazzolino e filo interdentale, ma espone anche lo stesso dente al rischio di carie, mal di denti, gengive gonfie ed infiammate e, nei casi più gravi, ascesso dentale.

– Il mancato/incompleto sviluppo dei terzi molari può causare MAL DI DENTI ed INFIAMMAZIONE GENGIVALE (pericoronite). Inoltre, un difetto di crescita dei denti del giudizio crea una sorta di avvallamento gengivale, entro il quale i batteri possono penetrarvi, dando avvio ad una serie di danni ed infezioni che vanno via via degenerando.

– Un DENTE PARZIALMENTE INTRAPPOLATO nella gengiva può minare salute e stabilità dei denti attigui: non trovando spazio a sufficienza, i denti del giudizio spingono gli altri, provocando denti storti, difficoltà masticatorie ed affollamento dei denti, ponendo le basi per una malocclusione dentale più grave.

– I DENTI DEL GIUDIZIO RIMANGONO INCLUSI, ovvero incastrati nell’osso mandibolare/mascellare e non sono visibili ad occhi nudo. La permanenza di questi denti nei mascellari può predisporre allo sviluppo di cisti che, a lungo andare, possono favorire infezioni od indebolire l’osso portante.

– I denti del giudizio CRESCONO ORIZZONTALMENTE e, spingendo sui secondi molari, provocano dolore durante la masticazione. La crescita obliqua dei denti del giudizio favorisce il deposito di residui di cibo sulle fessure gengivali che, inevitabilmente, si vengono a formare: anche in questo caso, i batteri trovano le porte aperte per avviare un processo infettivo che si traduce in carie e pulpiti.

– I denti del giudizio sono SOPRANNUMERO: condizione opposta all’ipodonzia, si parla di iperdonzia quando i terzi molari sono più di quattro. Anche in questo caso, l’estrazione si rivela necessaria.

– I DENTI DEL GIUDIZIO SI SCHEGGIANO o si rompono: in simili circostanze, denti rotti o scheggiati possono favorire la penetrazione dei batteri al loro interno, ponendo le basi per la formazione di pulpiti e granulomi dentali.

Estrazione precoce dei denti del giudizio

L’estrazione precoce del dente del giudizio è una questione ancora aperta. Il parere degli esperti in materia si divide in due: mentre alcuni dentisti consigliano di togliere sempre e comunque i denti del giudizio perché, statisticamente, predispongono ad infezioni ed infiammazioni, altri propongono di estrarli solo quando sono effettivo motivo di disturbo, dolore ed infezione.

Premesso che ogni paziente dev’essere attentamente valutato dal proprio dentista di fiducia, i denti del giudizio si possono comunque estrarre precocemente, anche in assenza di dolore o di altri disturbi. L’estrazione precoce del dente del giudizio, prima della sua estrusione dalla gengiva, è vantaggiosa perché:

– Riduce le difficoltà d’estrazione: la rimozione chirurgica di un terzo molare già pienamente formato richiede un intervento più invasivo rispetto a quella che richiederebbe un dente del giudizio non ancora spuntato e in fase germinale

– L’intervento è meno rischioso e più semplice: il dente del giudizio, ancora allo stadio germinale, viene rimosso mediante una semplice incisione attraverso cui il germe del dente viene fatto sgusciare fuori molto agevolmente

– Favorisce un miglior decorso post-operatorio: il paziente recupera più velocemente la totale capacità masticatoria dopo l’estrazione precoce del dente del giudizio

– Minor complicanze post-estrazione: estrarre un dente del giudizio già formato può provocare dolore anche nei 7-15 giorni successivi all’intervento. Diversamente, la rimozione chirurgica di un dente del giudizio allo stadio germinale si rivela più agevole e meno complessa

– Riduce il rischio di lesionare le strutture anatomiche contigue al dente del giudizio el giudizio.

Estrazione dei Denti del giudizio

L’irreprimibile angoscia che spesso si cela dietro l’estrazione di un dente del giudizio è un dato di fatto. Stiamo parlando di un intervento chirurgico che consiste nella letterale rimozione di uno o più denti del giudizio (i cosiddetti terzi molari) dalla bocca. Oggi, l’estrazione di un dente del giudizio rientra nella lista degli interventi dentistici di routine; pertanto, l’esperienza acquisita da un medico nell’eseguire simili operazioni dentali dovrebbe immediatamente tranquillizzare il paziente.

Nel corso dell’articolo cercheremo di capire perché è vantaggioso sottoporsi ad un’estrazione del dente del giudizio anche in assenza di patologie in atto. Successivamente, descriveremo come ci si deve preparare ad un’estrazione di un terzo molare, in che cosa consiste l’intervento, e quali rischi e complicanze si corrono.

Quando è inevitabile?

L’estrazione dei denti del giudizio (detta anche avulsione) può essere eseguita a fini preventivi o curativi. Nel primo caso, un dente del giudizio può essere rimosso per salvaguardare la corretta posizione ed il giusto allineamento degli altri denti, minimizzando il rischio di malocclusione dentale e denti storti. Inoltre, un’estrazione precoce dei denti del giudizio (immediatamente dopo la loro estrusione dalla gengiva) può essere raccomandata dal dentista per limitare eventuali rischi e complicanze che potrebbero invece sorgere rimuovendo un terzo molare già completamente formato durante l’età adulta.

A scopo terapeutico, invece, l’estrazione dei denti del giudizio si rivela inevitabile nelle seguenti circostanze:

– Affollamento dentale: questa condizione richiede l’estrazione dei denti del giudizio dato che può rendere difficoltosa la pulizia dentale quotidiana od interferire con la normale masticazione

– Corrosione del dente adiacente: un dente del giudizio, ancora incluso nella gengiva, spinge prepotentemente contro le radici del dente adiacente, creando infiammazione e dolore tali da richiedere un’estrazione

– Grave infezione al dente, carie, pulpite, ascesso dentale o granuloma al dente del giudizio: in questi casi, la rimozione del dente infetto si rivela l’unica soluzione adeguata. Un’otturazione od una devitalizzazione sarebbero, invece, interventi superflui per un dente del giudizio

– Inclusione dentale: il dente del giudizio viene bloccato nel suo cammino di crescita e sviluppo dalla gengiva, rimanendo intrappolato all’interno dell’osso mandibolare o mascellare. Questa condizione espone il dente al rischio d’infezioni, carie, ascessi dentali e cisti

– Infiammazione gengivale causata dal mal posizionamento di un dente del giudizio

– Mal di denti cronico, provocato dalla pressione esercitata dal dente del giudizio sui denti attigui

– Pericoronite dentale: un dente del giudizio parzialmente erotto può dar luogo ad un’infiammazione gengivale acuta molto fastidiosa e dolorosa

– Rottura o scheggiatura del dente del giudizio

Cosa si deve sapere

Anche se relativamente semplice, l’estrazione di un dente del giudizio è un intervento chirurgico a tutti gli effetti e come tale richiede una certa preparazione preliminare. Esito dell’estrazione, complicanze e decorso post-operatorio dipendono da più fattori, di seguito elencati:

– Esperienza del medico
– Stato di salute generale del paziente (patologie in atto, assunzione di farmaci, gravidanza ecc.)
– Grado di sviluppo delle radici del dente da rimuovere
– Messa in atto di tutte le precauzioni che antecedono la rimozione del dente del giudizio
– Osservanza dei consigli utili per minimizzare il rischio di complicanze dopo l’estrazione del dente del giudizio

La visita specialistica del cavo orale supportata dallo studio radiografico permette al medico di valutare con precisione assoluta la posizione e la salute del dente del giudizio: in questo modo, è possibile comprendere se il dente da rimuovere è patologico o meno.

– Il paziente dev’esser messo al corrente di tutti i rischi e le complicanze che potrebbe correre dopo l’estrazione di un dente del giudizio.

L’estrazione di un terzo molare può dare origine a dolore post-interveto, piccole emorragie, alterare la posizione dei denti attigui e ridurre temporaneamente la capacità masticatoria. Prima di procedere con l’intervento, è necessario – nonché indispensabile – rivolgere sempre al dentista tutti i dubbi, le preoccupazioni e le incertezze. Si raccomanda d’informare sempre il medico in presenza di allergie a farmaci o materiali (es. allergia al lattice, allergia al nichel), malattie (pregresse od in corso) ed un eventuale stato interessante (gravidanza presunta o in atto). Inoltre, è altrettanto importante riferire al dentista se si stanno assumendo farmaci per la cura di una data malattia.

Preparazione all’intervento

Prima di estrarre un dente del giudizio, è dovere del medico istruire il paziente su tutte le possibili precauzioni da mettere in atto per prevenire le complicanze post-intervento. Anzitutto, la PULIZIA DEL CAVO ORALE è importantissima per ridurre significativamente l’eventualità d’insulti batterici alla bocca. Per ovviare a questo inconveniente, si consiglia di supportare l’igiene dentale quotidiana con sciacqui di colluttori medicati-disinfettanti (formulati per esempio con clorexidina) nei 4 giorni precedenti l’estrazione del dente del giudizio.
Ancora, alcuni dentisti prescrivono persino una cura antibiotica profilattica (PRIMA dell’estrazione dentale) per abbattere il rischio d’infezione (soprattutto se l’intervento d’estrazione del dente del giudizio è particolarmente invasivo o complesso).

Durante l’intervento

L’estrazione di un dente del giudizio può essere eseguita presso studi dentistici specialistici oppure in ospedale. Nella maggior parte dei casi, le estrazioni dei denti del giudizio vengono praticate in anestesia locale, indispensabile per contrastare efficacemente il dolore durante l’operazione. Non mancano le eccezioni: alcuni pazienti non collaboranti, odontofobici (accusano una feroce paura del dentista) o tendenti al vomito richiedono l’intervento in anestesia generale.

Non appena l’anestetico inizia ad agire, il medico procede con l’estrazione del dente del giudizio mediante appositi strumenti chirurgici. Qualora il dente del giudizio fosse ancora bloccato nell’osso (dente incluso), l’estrazione dev’essere preceduta dall’incisione della gengiva.

I denti del giudizio inferiori sono in genere più ostici da eliminare, in particolare se sono ancora incorporati nella mandibola. In simili circostanze, il dente viene generalmente ridotto in più pezzi al fine di facilitarne l’avulsione. Dopo l’estrazione del dente del giudizio, possono essere applicati alcuni punti di sutura per limitare quanto possibile il sanguinamento.

Rischi dopo l’estrazione di un dente del giudizio

Dopo l’estrazione di un dente del giudizio, la velocità di recupero è strettamente legata al grado di difficoltà dell’intervento: estrarre un dente del giudizio incluso (non ancora spuntato), per esempio, può talvolta risultare più problematico rispetto alla rimozione di un dente completamente erotto.

Anche eventuali condizioni morbose possono incidere pesantemente sul decorso post-estrazione dentale: i pazienti colpiti da patologie sistemiche (es. diabete, malattie autoimmuni, insufficienza renale cronica ecc.), così come i soggetti sottoposti a chemio/radioterapie o che devono assumere farmaci corticosteroidi, possono presentare difficoltà di recupero notevoli dopo l’estrazione di un dente del giudizio.

Dopo l’intervento di avulsione, il gonfiore – spesso associato a piccoli ematomi – costituisce un’eventualità piuttosto frequente; l’edema, tuttavia, tende a risolversi nell’arco di poco tempo (1-3 giorni). Entro certi limiti, anche le emorragie gengivali sono considerate una normale complicanza post-estrazione: quando è lieve, il sanguinamento si risolve entro le 24 ore dall’intervento.

Il gonfiore e l’emorragia gengivale dopo l’estrazione di un dente del giudizio vengono spesso accompagnati dal dolore, che raggiunge il suo massimo picco quando l’effetto dell’anestesia svanisce. L’assunzione di un antidolorifico (es. ibuprofene) prima che l’effetto dell’anestetico sfumi completamente si rivela estremamente importante per mascherare o ridurre il dolore.

Anche le infezioni costituiscono in genere un rischio piuttosto comune dopo l’estrazione di un dente del giudizio; tra queste, un ruolo di primo piano spetta all’alveolite, ovvero l’infezione dell’alveolo (la cavità ossea dove alloggiano le radici dei denti) e all’ascesso dentale.

In casi più rari, l’estrazione di un dente del giudizio (specie se incluso) può dar luogo alla formazione di cisti, cavità tondeggianti che si espandono progressivamente nell’osso, distruggendolo. Nell’eventualità in cui, durante l’estrazione di un dente del giudizio, le radici dei molari (attigui al dente estratto) venissero lese o danneggiate, il paziente può andare incontro a complicanze. Tra queste, la più comune è senza dubbio la temporanea perdita di sensibilità del labbro o della lingua (al lato in cui si è estratto il dente del giudizio).

Riepilogo dei sintomi più comuni dopo l’estrazione di un dente del giudizio:<¹strong>

– Dolore: può persistere anche per alcuni giorni
– Edema/Gonfiore (durata 1-7 gg)
– Sanguinamento gengivale (durata max. 24 ore)
– Alveolite post-estrazione (dopo 3-4 gg dall’intervento)
– Infezione
– Ascesso dentale
– Lesioni alle radici dei denti vicini a quello del giudizio
– Temporanea perdita di sensibilità del labbro e della lingua

Dopo l’estrazione di un dente del giudizio

Oltre alla tensione che accompagna puntualmente l’estrazione di un dente del giudizio, ciò che terrorizza la stragrande maggioranza dei pazienti è il periodo immediatamente successivo all’intervento. Che cosa succede, dunque, dopo l’estrazione di un dente del giudizio? Come ci si deve comportare?

L’obiettivo di quest’articolo è stilare una serie di consigli utili per minimizzare il rischio d’infezione e ridurre tutti i sintomi dolorosi che possono comparire dopo un intervento chirurgico invasivo come l’estrazione di un dente del giudizio.

Prevenzione delle complicanze

Per prevenire le complicanze post-estrazione, il paziente dev’essere attentamente edotto sul corretto comportamento da tenere: la messa in pratica dei seguenti consigli e l’osservanza di quanto suggerito dal medico possono senza dubbio velocizzare la guarigione e, soprattutto, minimizzare le complicanze e il dolore dopo l’estrazione di un dente del giudizio.

Cosa fare nelle 24 ore successive all’intervento:
– Dormire con la testa sollevata su un paio di cuscini è un rimedio efficace per placare dolore e sanguinamento gengivale dopo l’estrazione di un dente del giudizio

– Per prevenire o tamponare un eventuale sanguinamento gengivale, si raccomanda di tener premuta una garza assorbente sul sito dell’estrazione dentale per almeno 30-60 minuti, senza rimuoverla o toccarla con le dita

– Controllare il grado di sanguinamento gengivale solo dopo 30 minuti dal posizionamento della garza sterile sulla ferita lasciata dall’estrazione del dente: a tale scopo, il tampone dev’essere rimosso non prima di mezz’ora

– Assumere farmaci ad azione antidolorifica-antinfiammatoria prima che l’effetto dell’anestesia svanisca. Particolarmente indicato per tenere a bada il dolore è l’ibuprofene (es. Brufen, Moment): si consiglia di assumere il farmaco per bocca ad una dose pari a 200-400 mg (compresse, bustine effervescenti) ogni 4-6 ore dopo i pasti, al bisogno. Non assumere oltre 2,4 grammi al dì.

– Nelle prime 5-6 ore dopo l’intervento di estrazione dentale si raccomanda di tenere una borsa del ghiaccio (avvolta su un panno morbido) all’esterno della mascella, in linea con il sito dell’intervento. Rimuovere il ghiaccio dopo 10 minuti ed applicarlo nuovamente dopo un’altra decina di minuti.

– Se necessario, assumere un antibiotico a titolo precauzionale o in caso d’infezione accertata: seguire le indicazioni dettate dal medico. L’antibiotico può essere assunto esclusivamente previa prescrizione medica. [ Posologia indicativa della terapia antibiotica per prevenire le infezioni dopo un’estrazione dentale: Amoxicillina 500 mg (da assumere eventualmente anche prima dell’estrazione): somministrare una compressa di farmaco 2-3 volte al dì per 6 giorni, a stomaco pieno.- Metronidazolo 250 mg: assumere il farmaco 2-3 volte al giorno, per 6 giorni, durante o dopo il pasto].

– Evitare di mettersi alla guida immediatamente dopo l’estrazione: si consiglia di farsi accompagnare da un familiare o da un amico, in particolare se l’intervento di estrazione del dente del giudizio è stato invasivo o complicato

Nei giorni seguenti l’estrazione

– Un adeguato riposo nei giorni successivi all’estrazione favorisce il recupero completo in minor tempo

– Sciacquare delicatamente la bocca con collutori disinfettanti (es. clorexidina 0,2%) solo dopo 12-24 ore dopo l’estrazione del dente del giudizio. Continuare gli sciacqui per almeno due settimane successive all’intervento: si consiglia di risciacquare la bocca – con una quantità di soluzione che può contenere un misurino – per almeno un minuto. Non deglutire il prodotto. Non sciacquare la bocca con il collutorio medicato prima di aver pulito accuratamente i denti con dentifricio e spazzolino: un simile atteggiamento può favorire la comparsa di macchie sui denti

– Rivolgersi allo studio dentistico se il dolore persiste anche dopo 3 giorni dall’intervento dentale

– Procedere con la normale igiene del cavo orale con estrema delicatezza nella sede d’estrazione dentale (non forzare con lo spazzolino, preferire quelli a setole morbide)

– È possibile supportare la normale igiene della bocca con sciacqui di acqua e sale (solubilizzare una presa di sale in una tazza d’acqua tiepida)

– Quando necessario, soffiare il naso con delicatezza per evitare che lo sforzo favorisca il sanguinamento gengivale

In caso di febbre

– Assumere farmaci antipiretici (es. paracetamolo) nelle dosi stabilite dal medico

– Contattare immediatamente il dentista se la temperatura corporea supera i 39°C e non si riesce ad abbassare con i farmaci

In caso di emorragia gengivale
– Mantenere la calma

– Mordere energicamente un tampone di garza sterile, mantenendolo premuto nel sito dell’intervento. Se l’emorragia gengivale persiste, riposizionare un nuovo tampone sterile e non rimuoverlo fintantoché il sanguinamento cessa

– Applicare impacchi di ghiaccio esternamente

– Rimuovere delicatamente eventuali coaguli di sangue presenti nella bocca, rispettando alla lettera le indicazioni suggerite dal chirurgo.

Cosa bere e cosa mangiare

– Seguire una dieta morbida, costituita da alimenti soffici come purè, zuppe tiepide, minestre tiepide, frullati, carne macinata, omogeneizzati, budini, polpette, pesce bollito ecc.

– Bere molti liquidi per evitare la disidratazione

– Preferire acqua o succhi di frutta poco zuccherati

– Evitare alimenti troppo caldi, eccessivamente freddi od acidi

Cosa non fare

– Bere alcolici

– Fumare/masticare tabacco (astenersi per almeno 7-10 giorni dopo l’estrazione del dente del giudizio)

– Risucchiare nel sito dell’estrazione: un simile comportamento dilata i tempi di guarigione della ferita ed aumenta il rischio d’infezione

– Toccare la ferita con le mani, specie se sporche (le mani sono fonte di batteri)

– Utilizzare uno spazzolino a setole dure

– Masticare chewingum o caramelle gommose nei 3 giorni successivi all’estrazione del dente

– Masticare cibi solidi: un simile atteggiamento aumenta le probabilità d’infezione perché le particelle solide del cibo possono incastrarsi nella ferita ancora aperta, spalancando le porte all’ingresso di batteri

– Assumere farmaci contenenti acido acetilsalicilico o salicilati in genere (potrebbero interferire con la coagulazione)

– Utilizzare lo spazzolino elettrico per la pulizia dentale: si raccomanda vivamente di evitare l’utilizzo dell’idropulsore fino alla completa guarigione della gengiva nella zona in cui è stato estratto il dente del giudizio

– Praticare sport od altre attività fisiche pesanti nei tre giorni dopo l’estrazione di un dente del giudizio.